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Eventi

Ambasciatori della tradizione

Il gruppo musicale Alla Bua, celebre per la sua capacità di fondere tradizione e innovazione nel panorama della musica popolare salentina, ha partecipato ad alcuni dei festival più importanti a livello nazionale e internazionale. La loro arte, radicata nella pizzica e nelle sonorità del Sud Italia, li ha portati a calcare i palchi di manifestazioni che celebrano la cultura, il folklore e la diversità artistica. Tra gli eventi di maggior rilievo si annovera il Tocatì, il festival internazionale dei giochi in strada di Verona, dove la musica degli Alla Bua ha accompagnato le celebrazioni della tradizione popolare. Non meno significative sono state le loro esibizioni alla Notte della Taranta di Melpignano, uno degli appuntamenti più attesi per gli amanti della pizzica, e al Giffoni Film Festival, dove la musica incontra il cinema. Il gruppo ha lasciato il segno anche in contesti come il Festival internazionale dell’oralità popolare di Torino e la Fiera del Levante di Bari, sottolineando l’importanza della musica come strumento di racconto e memoria collettiva. Non solo in Italia, ma anche all’estero, gli Alla Bua hanno conquistato il pubblico. Tra le tappe internazionali spicca il Longlake Festival di Lugano, in Svizzera, dove hanno rappresentato la tradizione italiana in un contesto multiculturale. L’impegno del gruppo nel valorizzare il patrimonio salentino è evidente anche in eventi come il Premio Barocco di Gallipoli e il Festival del Mediterraneo di Perugia, dimostrando che la pizzica non è solo una danza, ma una forma di espressione culturale capace di emozionare e coinvolgere ovunque. La lunga lista di festival testimonia l’importanza degli Alla Bua come ambasciatori delle radici musicali salentine.

Discografia

Discografia

Per ciò che riguarda la discografia il primo lavoro, autoprodotto, viene pubblicato nel 1999 con il titolo “Stella Lucente”, esperienza che porterà, nel 2002, al più maturo “Alla Bua”, nato dalla collaborazione con la società romana Ethnosphere. Contemporaneamente viene realizzato il primo videoclip “Lu rusciu de lu mare” per la regia di Silvia Morani e Angelo Cricchi, apprezzato e lanciato in trasmissioni televisive musicali (il programma “Blob” di Rai 3 lo ha omaggiato riproducendolo per intero). Infine viene anche selezionato per le finali del Giffoni Film Festival e del Faenza Festival. Nel 2003 segue un secondo videoclip (ancora di Morani – Cricchi), “Pizzicarella”. Il successivo album, prodotto nel 2004 è “Limamo” (Sony – Etnosphere). Grande qualità ed intensità musicale, raffinate parentesi di delicatezza, e vorticose pizziche di singolare gaiezza. Il tutto completato da una interessante cover-omaggio a Fabrizio De Andrè, “Dolcenera”. La copertina del cd è una preziosa tavola omaggio di Piero Pizzi Cannella. Il successivo lavoro discografico “Saratambula” risale alla primavera del 2007 completo di sublimi momenti di creatività e originalità ma senza mai perdere il contatto con la tradizione ed in seguito nel maggio 2010 l’album “Scattuni” rappresenta la maturità artistica del gruppo alternando brani di forte carica etno-popolare a brani più ricercati, innovativi ed elaborati. Insieme al cd è stato inoltre prodotto l’ultimo videoclip “Lucernaru” per la regia di Luciano Schito. I momenti salienti degli spettacoli live sono rappresentati dal cd “Alla Bua Live” del 2012 seguito da “Russu te sira” (2013) prodotto insieme all’innovativo videoclip “Lu maremotu” per la regia di Fernando Luceri, il successivo lavoro è il cd “Salenticidio” (2016) seguito dal prodotto discografico “Aske” (2019) che rimarca ancora una volta l’attuale problema sociale della desertificazione del Salento dagli alberi di ulivo attaccati dalla xylella. Un grido di allarme dunque ma anche una sorta di speranza per una positiva ripresa degli ulivi del Salento. Ultimo lavoro discografico (aprile 2024) è il singolo “Tu s’ì zoì” cantato in lingua grika è un brano di riflessione sulla vita.

Alla Bua

Alla Bua

LA NOSTRA STORIA Gli Alla Bua nascono dalle esperienze più tradizionali della cultura musicale salentina ma soprattutto dalla grande passione di Gigi Toma per la musica popolare e le tradizioni. Si sono formati inizialmente tra le ronde della storica festa di San Rocco a Torrepaduli, nelle notti itineranti del canto pasquale di Santu Lazzaru, nelle tipiche feste delle curti fatte di vino, voci spiegate e incessabili tamburelli. Tra questi suoni si sono uniti i sei componenti del gruppo, provenienti da vari paesi del Salento (Casarano, Torrepaduli, Collepasso, Supersano fino alla grica Sternatia), con la comune coscienza di sentire propria l’eredità della musica popolare, appresa direttamente nelle proprie case e con la grande passione di suonarla, tramandarla e divulgarla. Alla Bua era una locuzione utilizzata dagli anziani del Sud Salento (nelle osterie di Alliste e dintorni) per accompagnare i canti di lavoro o d’amore. Parola ripetuta insistentemente, come fosse un mantra, costituiva una sorta di bordone e dunque di sostegno alla voce principale. Il significato etimologico sembrerebbe provenire dalla lingua grica (dialetto antico tutt’oggi parlato nella zona del Salento detta Grecìa, circoscritta ad una decina di comuni e stranamente ben distante da Alliste). Alla Bua starebbe dunque per altra via, altra cura, altra malattia, medicina alternativa. E’ in questo concetto che si concretizzano lo spirito e il suono del gruppo. La cura dai mali del passato, quelli provocati dal morso velenoso della leggendaria taranta, i mali di una società stremata dalle difficoltà e dalla povertà che diviene oggi, similmente, una cura contro la frenesia e la piattezza della società moderna. Una cura dunque che ieri come oggi avviene a suon di pizzica pizzica, danza forte, calda e liberatoria.

Gli Alla Bua nascono dalle esperienze più tradizionali della cultura musicale salentina

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